In questa stessa valle si combatterono battaglie epocali: quella dei Romani contro Pirro, re dell’Epiro, nel 257 a.C. o quella cantata da Dante Alighieri, nella “Divina Commedia”, in cui, nel 1266 cadde, nello scontro con i francesi di Carlo d’Angiò, Manfredi di Svevia e, con lui, il sogno del nuovo Impero.
Sulla collina gli insediamenti umani sono antichissimi, ma nell’VIII sec. a.C. ospitava una necropoli e nel IV sec. a.C. i Sanniti, insediati nell’Italia centro-meridionale, costruirono una fortezza. Con il dominio romano la collina divenne “castellum acquae”, un ambiente termale, alimentato da un ramo dell’Acquedotto proveniente dal Serino, recentemente riportato alla luce da scavi archeologici.
Caduto l’Impero romano, Benevento, conquistata dai Longobardi nel 570 d.C., divenne capitale del Ducato e Principato della “Longobardia meridionale”. All’apice del suo splendore, nell’875 fu costruito sul “castellum acquae” un Torrione, costituente con la “Porta Somma”, uno dei punti di accesso alla città, difesa da alte mura, collocato sulla Via Appia.
Nel 1070, finita l’epopea longobarda, con il Trattato di Worms comincia la dominazione pontificia della città protrattasi quasi ininterrottamente fino al 3 settembre 1860. Al fine di dare sede prestigiosa e difesa adeguata ai suoi rappresentanti in città, detti “Rettori Pontifici”, contestati duramente da una parte dei cittadini che rifiutavano i confini dello Stato Pontificio, papa Giovanni XXII ordinò il 5 luglio 1320 la costruzione a Porta Somma, accanto al Torrione, di un Palazzo sul modello della fortezza francese di Carcassone. L’edificio, in realtà, fu completato solo nel XVIII sec. e nel XIX fu innalzata la Torre campanaria.
Nel XV secolo, per più di un decennio, nella Rocca dei Rettori si insediò Alfonso d’Aragona, impegnato nella lotta contro i D’Angiò per la conquista del Regno di Napoli: i baroni venivano a Benevento per giurargli fedeltà.
Nel XVI secolo, al culmine dell’ennesima rivolta, fu ucciso il Rettore Andreone degli Artusini: il papa Urbano VIII, ordinò di completare le difese della Rocca, spostò la Porta Somma fuori dal Torrione, trasformandolo in carcere, ed alzò nuove mura. In onore del papa fu eretto un leone su una colonna romana che ancora oggi “sorveglia” l’ingresso della Palazzo. Le nuove opere (eccetto il “leone”) furono abbattute dopo la Prima Guerra Mondiale per fare spazio al Monumento della “Vittoria alata” di Publio Morbiducci.
Oggi la Rocca dei Rettori, che conserva alcuni affreschi che la adornavano (il “Crocifisso” barocco; la Volta della Sala del Presidente; le pareti della Sala del Segretario), è sede istituzionale della Provincia, ma anche sede espositiva e museale per mostre permanenti (con la Sezione “Uomini eccellenti” ed i quadri di Virginia Tomescu Scrocco) ed estemporanee. Il bellissimo Giardino che circonda la Rocca, con manufatti in pietra di epoche diverse e l’installazione “Memoria è”, dedicata alla Vittime della Shoah, offre una suggestiva veduta.